L’arrampicata (o climbing) è una sfida sempre più estrema con sé stessi. Un mondo emotivo dove l’uomo si misura con la montagna attraverso corpo e mente, a stretto contatto con la roccia, limiti e possibilità che oscillano e la rendono una delle discipline sportive più complete.
Uno sport complementare all’alpinismo e praticato a stretto contatto con l’ambiente. Mentre l’obiettivo dell’alpinismo è il raggiungimento della vetta, per l’arrampicatore l’obiettivo è il superamento della difficoltà.
L’arrampicata può essere praticata su roccia e quindi progredendo sulla parete con l’ausilio di mani e piedi o su ghiaccio, con l’utilizzo di piccozze e ramponi, su diverse formazioni ghiacciate quali seracchi, goulotte (camini rocciosi) o cascate di ghiaccio.
Poi c’è il bouldering ovvero l’arrampicata su massi alti pochi metri senza l’utilizzo di punti di protezione ma prevedendo piccoli materassi portatili per ridurre i rischi da caduta. In ultimo è importante far cenno all’arrampicata “trad”, praticata su roccia in falesia con l’uso esclusivo di protezioni mobili.
Il mondo degli arrampicatori è sempre più ampio e alla ricerca di sfide, silenzi e storia. Inoltre l’arrampicata è una disciplina sportiva molto vicina a un’idea di turismo ecologico ma solo se chi arrampica conosce gli ambienti che frequenta e le specie che li abitano, ne comprenda le ragioni della protezione e quindi li rispetti. Pareti e cascate non sono disabitati e se specie animali e vegetali hanno scelto questi ambienti così difficili e inospitali è perchè vi cercano pace e sicurezza, cerchiamo di non distrurbarli anche in questi estremi rifugi.
Infine l’arrampicata richiede un ottimo allenamento di base e, pertanto, il consiglio è di allenarsi molto prima di decidere di affrontare una disciplina simile, che ha bisogno di preparazione e concentrazione dato che, in alcuni casi, si tratta di un qualcosa di estremo.