Sette imprese su dieci hanno un sito internet, tre utilizzano un social media, ma in generale il digital divide rimane ancora elevato, soprattutto rispetto agli altri Paesi europei.
Secondo lo studio, quasi nove imprese su dieci si collocano a un livello “basso” o “molto basso” di digitalizzazione. Tradotto in numeri percentuali si tratta dell’87,6% rispetto al 78% della media europea. Soltanto il 10,8% delle aziende con meno di 50 dipendenti raggiunge il livello “alto” o “molto alto”, mentre per le imprese con più di 250 lavoratori la quota raggiunge il 41,3%.
Dati molto chiari che testimoniano le difficoltà delle piccole e medie imprese nel rapporto con il digitale e la tecnologia.
Tuttavia, i progressi arrivano dalla diffusione della fatturazione elettronica, diventata obbligatoria nei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Rispetto al 2014 le imprese che hanno fatto ricorso a tale strumento sono aumentate sensibilmente, passando dal 5,4% al 15,5%.
Acquisti online
Il 70,7% delle imprese ha un proprio sito web, ma soltanto poco più di un terzo lo utilizza per offrire servizi più avanzati come quelli legati alla tracciabilità delle ordinazioni online o alla personalizzazione di contenuti e prodotti. Inoltre, solo il 12,8% delle aziende permette ai visitatori del portale di effettuare ordinazioni o prenotazioni.
Dati che fanno riflettere poiché gli italiani preferiscono affidarsi sempre di più agli acquisti via web, seppur con numeri inferiori rispetto ai Paesi occidentali dove l’e-commerce ha raggiunto livelli di diffusione nettamente più elevati.
Infatti, l’Italia è ancora lontana dagli obiettivi europei che fissano al 33% la quota di Pmi che hanno effettuato vendite online per almeno l’1% del fatturato. Oggi il nostro Paese è nettamente lontano dal traguardo visto che è fermo al 6,5%.
Esclusione sociale
A livello generale, due famiglie su tre (64,4%) impiegano la banda larga che avanza grazie alla tecnologia mobile. Tuttavia il divario digitale è ancora troppo ampio: un terzo dei nuclei familiari non ha accesso al web, quelli che ne hanno la possibilità non ne fanno un utilizzo efficiente a causa delle scarse competenze.
“La digitalizzazione è un tema rilevante dal punto di vista sociale – afferma Giorgio Alleva, presidente dell’Istat. – Non avere tali competenze è ormai equivalente a una sorta di esclusione sociale, e anche dal punto di vista della competitività del Paese, è un tema straordinariamente rilevante per la sua capacità di incidere sulla propensione all’innovazione e alla produttività, che sono gli elementi su cui dobbiamo spingere per avere tassi di crescita importanti. Non è sufficiente utilizzare internet ma è fondamentale imparare a farne un uso avanzato”.