Chi è e di cosa si occupa un consulente aziendale?
Il “consulente” è una figura che appare spesso avvolta da una coltre di mistero, a causa della poca conoscenza sulle sue effettive mansioni. La figura del consulente potrebbe essere riassunta come quella di una guida, che aiuta i vertici aziendali in aree di importanza strategica sulla quale è necessaria una competenza verticale, fornendo supporto alla direzione nel prendere decisioni e allocare budget e/o risorse.
Il consulente sfrutta la propria conoscenza nella materia identificata (un’area in cui generalmente l’azienda è poco competente), svolgendo con professionalità il proprio compito di “guida” al fine di accrescere il business dell’azienda.
Cruciale per un consulente d’azienda è l’aspetto della fiducia: che si tratti di un consulente finanziario o di attività di marketing, egli deve essere in grado di costruire un solido rapporto basato sulla trasparenza non solo con la proprietà ma con tutte le figure strategiche con le quali viene a contatto. Se in passato potevano essere sufficienti il grado di notorietà o un rapporto pregresso, oggi è sempre più importante guadagnarsi tale fiducia sul campo.
Cosa si intende quindi con esattezza quando si parla di consulenza aziendale?
L’alone di mistero che gravita ingiustamente sulla figura del consulente aziendale si deve in parte alla versatilità della figura stessa, che viene definita in base alla specializzazione che assume a seconda del campo di applicazione.
Possono essere molti i campi di azione all’interno dei quali si destreggia un consulente aziendale, generalmente tutti posti in aree strategiche per l’azienda, che possono spostare anche di molto .
Ecco alcuni esempi delle numerose aree in cui il consulente può prestare il proprio consiglio:
– strategie di marketing (social media marketing, lead generation, web design, AdWords e Facebook Ads, SEO e SEM e sviluppo web);
– strategia aziendale (organizzazione e gestione delle risorse umane, strategie per massimizzare gli investimenti, strategie per ottimizzare i costi e ridurre gli sprechi, strategie di investimenti finanziari);
– strategie di gestione di crisi d’impresa (valutazione di fattibilità di piani aziendali e piani di risanamento ecc.)
Per una panoramica completa e per maggiori informazioni è possibile visitare il sito Overstep.
Come si giudica l’operato di un buon consulente aziendale?
Importantissimo al giorno d’oggi, oltre all’aspetto della trasparenza, è quello della misurabilità dei risultati del consulente. Vanno infatti sempre definiti dei KPI (ossia dei Key Performance Indicator) che aiutano il committente a valutare il lavoro svolto dal consulente.
Definire degli indicatori di performance è fondamentale anche per il consulente stesso, che può condividere da subito alcuni risultati attesi senza ritrovarsi a gestire spiacevoli sorprese in un secondo momento.
Un consulente aziendale deve infine avere un approccio pragmatico. La conoscenza da sola infatti non è sufficiente al consulente per poter guidare le redini delle decisioni aziendali.
È molto importante per il consulente impegnarsi a conoscere a fondo la realtà presso la quale sta prestando consulenza in tutti i suoi aspetti, in modo da non tralasciare potenziali fattori di criticità. Ecco che la fase di ascolto diventa fondamentale per il consulente, al fine di raccogliere tutte le informazioni chiave prima, durante e dopo i processi aziendali nei quali è coinvolto.